Pagina:Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu/88

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86 note

Omai ti accolga di Pluton la reggia!
Nozze eran queste; io 'l dico: e all'uom ben giova
O tali, o niune, celebrarne.

Adméto.

                                                        A queste
Esequie tu, non invitato, or vieni:
Nè dirò, che il vederviti mi aggradi.
Niun de' tuoi doni sarà mai, che adorni
Costei, che nulla al seppellirsi ha d’uopo
Aver da te. Tu, condolerti allora
Ch'io per morire stavami, dovevi.
Ma allor tu assente, i giovani lasciavi,
Tu attempato, morirsene: ed or questa
Tu piangeresti estinta? Ah, no, non eri
Vero mio padre tu; nè madre, quella
Che pur di aver me dato in luce ha fama.
Di servil sangue io nato, il non mio latte
Dalla consorte tua succhiai furtivo.
Ti mostrasti qual t'eri; e a te non figlio
Io mi professo. In timidezza, hai vinto
Ogni uomo tu; che d'anni carco, e all'orlo
Già del sepolcro, pur morir pel figlio,
Nè volesti, nè osasti. A morte andarne
Bensì lasciaste questa estrania donna:
Straniera, è ver, di sangue; ma, di affetti
Sola mia degna e genitrice e padre.
Eppur di egregia gara avevi palma,