Pagina:Letturecommediagelli.djvu/151

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Landino. Per la qual cosa, lasciando noi il più favellarne, noteremo solamente, come Enea è chiamato qui da 'l Poeta giusto, per essersi veduto risplender grandemente in lui due delle prime e principali parti della iustizia; e queste sono la religione e la pietà. Imperò che non essendo altro la iustizia, come sa ciascuno, che una ferma e perpetura volontà, o veramente virtù, la qual rende a ciascuno quello che si gli conviene ed è suo, e rendendo la religione i debiti onori a Dio, e la pietà a' progenitori, vengono a essere ancora queste due virtù similmente o iustizia o parti di quella. La prima della quali, cioè la religione, dimostrò Enea, quando, veggendo saccheggiare Troia, egli ebbe più cura di salvare le immagini de gli Dei familiari, acciò che ei non fusser disonorati in quelle, che le altre cose sue propie. E la seconda, che è la pietà, quando egli entrò nel mezzo delle fiamme, ardendo già tutta la città, per cavarne la persona del padre, stimando più il salvare la vita di quel vecchio, che la sua propia. Per le quali cagioni egli fu dipoi chiamato da Virgilio il pio, e qui da 'nostro Poeta il giusto.

Dopo le quali cose, parendo a Virgilio aver risposto a bastanza a la prima domanda, egli gli dice, per cominciare a far lo officio per il quale egli era stato mandato da Beatrice:

Ma tu perchè ritorni a tanta noiua?
Perchè non sali il dilettoso monte,
Ch'è principio e cagion di tutta gioia?

Dove egli gli domanda primieramente, così con un certo modo di riprenderlo e mostrargli ch'ei non doveva far così, quale sia la cagione, ch'egli ritorni a tanto travaglio e tanta noia, quanto era quella ch'egli aveva sopportata mentre ch'egli era camminato per quella valle così oscura; e dipoi, perchè egli non sèguiti di salire al monte dilettoso, e ch'eè il principio di tutta gioia, cioè di tutti i contenti e della vera e somma felicità; conciosia che da 'l lume de' raggi del divino sole, da i quali era illuminato quel monte, e quel discorso che si attraversato al cammino fatto insino allora da Dante nella confusione, nasca dipoi la fede, e da lei la carità e la spe-