Pagina:Letturecommediagelli.djvu/632

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quale concede ch'ei si possa mutare l'ultima lettera d'una sillaba e d'una parola; sì come fece ancor Virgilio, quando ei disse, per cagion della misura del verso, in cambio d' impetu, impete, facendo d'una sillaba lunga una breve, come fa qui il Poeta d'una rima un'altra. E i lor seguaci, cioè quegli che seguitatrono dipoi tali eresie. Il numero de' quali volendo egli mostrare esser grandissimo, soggiugne: e molto più che tu non credi e non pensi son carche, cioè piene, queste tombe; chè così si chiamano ancor le sepolture, onde disse il Petrarca ne' sonetti e ne' Trionfi:

Giunto Alessandro, a la famosa tomba...
Avea color di uom tratto d'una tomba.

E detto ch'egli ha questo, egli per dimostrargli che ciascuna setta di eresia era punita insieme con il suo capo e col suo inventore, e tanto più o manco, se bene quegli avelli apparivan tutti d'una maniera medesima, quanto era stato più o manco grave il peccato loro, o contro l'onor di Dio, o in danno del prossimo, ei dice:

Simile qui con simile è sepolto;
E i monumenti son più o men caldi;

dimostrando che il fuoco era in essi monumenti tanto maggiore o minore, onde eran più o meno caldi, quanto era maggiore o minore, cioè più grave o manco grave, il peccato della eresia di coloro che vi eran puniti e gastigati dentro.