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ACCADEMICHE. 49

mente considerati saranno una porzione non piccola del Mondo abitabile. L’altezza poi di questo corso, o profluvio d’aria, per lo meno si solleverà pure tre, o quattro miglia in alto, come dalle nuvole, ed altre fumosità discacciate, si può facilmente argomentare. La durazione ancora sarà alle volte per lo spazio di dieci, o dodici giorni continui. Se io non temessi ora di affaticar troppo la benignità di chi m’ascolta, aggiugnerei un calcolo per mostrare, che a generar tanto profluvio d’aria, sarebbe necessario il tramutar tutto in esalazione secca un Oceano intero; io tratto anco supposto quel principio, che una mole d’acqua convertita in aria, divenga quattrocento volte maggiore.

Alcuni hanno creduto, che l’esalazione del vento venga a dirittura di sotterra, e scaturisca per i pori invisibili del terreno; opinione, pare a me, poco sussistente. Io credo, che quantunque un Regno vasto del Settentrione spirasse tutto, non dico per i pori minuti, ma a guisa d’una voragine aperta, e continua, che dagli abissi nascosi esalasse vento; io credo dico, che non sarebbe bastante a farci sentir quella violenza grande, che pur troppo si prova talora ne i giorni boreali. In oltre io non mi ricordo aver veduto giammai un foglio, ovvero una foglia, sollevarsi da terra, per forza di vento, che da i pori sottoposti scaturisca; si solleva bene, ma per forza di vento, che lateralmente la percote.

Ora non sarebb’egli manifesto segno d’aver incontrato la vera cagione dell’origine de i venti, se col medesimo principio la causa, e la necessità di tutti egualmente si dimostrasse? Questo principio altro non è, che quel notissimo, e vulgatissimo della condensazione, e rarefazione dell’aria. Con questo preso opportunamente, e non a rovescio, come da alcuno è stato fatto, proccureremo di soddisfare alla produzione di qualsivoglia sorta di vento. Se un grandissimo Tempio fusse pieno tutto d’acqua fino alla sua più alta sommità, che farebbe? la risposta è pronta. Se le porte fussero aperte, l’acqua per esse se n’uscirebbe con grandissimo impeto, e per le finestre più sublimi succederebbe nel Tempio altrettant’aria per l’appunto quant’acqua per le porte se ne partisse; e se il Tempio avesse un’occulta virtù di convertire subito in acqua quell’aria


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