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ACCADEMICHE. 53

siero ancora l’aure, che quasi sempre sulla spiaggia marittima in tempo di state si sentono venir dalla marina; la ragione è perchè ritrovandosi in quel tempo l’aria sopra il mare assai più fresca, e però anco più grave, che quella della terra, si cagiona la predetta circolazione: favoriscono il medesimo pensiero i Zeffiri, l’Etesie, e altri venti spontanei, ed estivi, i quali certamente da pioggie non si cagionano, e sono maggiori assai di quel, che dovrebbero essere, acciò potessero dirsi, o da rugiade, o da altre mediocri umidità generati: favoriscono finalmente il medesimo pensiero, quei venti precipitosi, ed insoliti, che in questi giorni, per l’appunto turbano il Cielo, e la terra. Non mi par credibile, che tanta affluenza d’aria velocitata, ci si cagioni da piogge Affricane. E ben credibile, che essendosi, o per pioggie, o per altro accidente, rinfrescata l’aria verso i paesi di Ponente, e di mezzo giorno, la medesima si sia ancora condensata, e aggravata più del dovere, onde poi ne segua la già detta circolazione, della quale ne sentiamo l’effetto. Ma la considerazione de’ venti in questa stagione è materia da godersi piuttosto in pratica, che da ventilarsi colla speculazione.

DELLA FAMA

LEZIONE OTTAVA.

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Acco l’inventor delle Corone, e come vogliono Plinio, e Diodoro, ritrovator della Medicina, e dell’arte mercantile, Capitano prudentissimo, e insaziabile di gloria; Bacco il primo trionfatore del Mondo vinto, che trascorsa con passaggio trionfale l’Europa in parte, e l’Asia tutta, non finiva le glorie, se non gli mancava la terra; l’uccisore de’ Tiranni, il domatore dell’Oriente, il severissimo Legislatore, e punitore dell’ebrietà, vien tradito oggi, e assassinato dalla Fama. E per qual causa un Eroe così valoroso non sa dipingersi


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