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ACCADEMICHE. 71

anco appresso quelle Nazioni barbare, sopra le quali per l’incapacità dell’idioma, non si estende la plenipotenza litteraria de i tribunali delle vostre Accademie.

Dissi poco Uditori, ma s’io volessi accennare tutto quello, che mi si rappresenta intorno alle Mattematiche, mancherebbe prima l’ordine, che la materia, e perverremmo piuttosto alla nausea, che al compimento. Resta ch’io tronchi la molestia, e il tedio del mio sconcio ragionamento, con offerir l’ossequio di prontissima servitù a tutti quelli, che si compiaceranno d’essermi condiscepoli nello studiare la Geometria. Sarò la cote d’Orazio

Acutum

Reddere quae valeat ferrum expers ipsa secandi.

Io intanto avrò per gloria il poter imparare da tutti; ed in particolare da quelli, che essendo addisciplinati nelle scuole de’ miei famosi Maestri, e predecessori, cooperano ora colla maturità dell’ingegno, all’ornamento della Patria, e godono i frutti della sapienza.

DELL’ARCHITETTURA
MILITARE.

LEZIONE DECIMA.

FF

Ra tutte l’arti, che dall’industria umana, o per esercizio dell’ingegno, o per ornamento delle Città, sieno giammai state ritrovate, io per me credo, che le più degne, e le più nobili, senza contradizione alcuna, debbano giudicarsi la Pittura, e la Scultura. Arti che quasi emule dell’onnipotenza creatrice, o cavano da rozzi sassi figure poco men, che spiranti, o producono sulle tele immagini colorite, che ingannando la vista, e la ragione, vincono sì di pregio, come anco di bellezza, l’opere dell’istessa Natura. Qual gioconda maraviglia vi rapisce talvolta, Uditori, nel contemplare un mar-


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