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stano il Piemonte, la Francia, e la Spagna; cadono in poter de’ Romani, la Siria, I’Egitto, e gli altri Regni dell’Asia, e dell’Affrica; in ultimo la remota Inghilterra, e la marzial Germania, dopo guerre innumerabili, restan vinte ancor esse, e finiscono d’agguagliare l’Imperio di Roma, all’estensione dell’Universo. Uno, che legga sulle storie dell’antichità, questi progressi maravigliosi, e poi consideri, quanto ne’ nostri tempi si pena, per pigliare una Città, è scusabile, ma però in errore, se gli cade nel pensiero, che la fortezza, ed il valore ne i giorni nostri, sieno diminuiti, ovvero estinti. Chi di voi Uditori, non vede, che se oggidì si è fatto difficile il far progressi nelle guerre, e conquistarsi degli Stati nuovi, ciò non nasce da mancanza di valore, ma piuttosto da accrescimento di fortezza, d’industria, e di scienza nell’arte del guerreggiare? Nella guerra si considerano due parti, una, che assale, l’altra, che si difende. Quanto agli assalitori, io so certo, che ne’ nostri tempi si assaltano le Città, con accorrezza maggiore, e con invenzioni più terribili, e con armi più spaventose, che non si faceva, o dal Magno Alessandro, o da’ vittoriosi Romani. Dunque, se i progressi nelle guerre vanno lenti, ciò non procede da altro, che dal valore accresciuto di quelli, che si difendono, e dalla scienza del fortificarsi, se non di nuovo inventata, almeno ne’ nostri tempi eccessivamente perfezionata. Però la tardanza degli acquisti, si ascriva, non a viltà d’animo, o a mancamento di valore, ma piuttosto a gloria di fortezza, e a lode del nostro secolo industroso. Noi viviamo in età, la quale con invenzioni mirabili, e non conosciute dagli antichi, ha saputo trovare il modo del difendersi, e fortificarsi, contro quelle offese, le quali col solo rimbombo potrebbero esser atte a spaventare gli Alessandri intrepidi, e i magnanimi Romani. Ora se oggidì tanti Regni, che sono sparsi, per la terra, godono la libertà; se popoli innumerabili vivono con sicurezza; che nessuna potenza nuova, potrà mai più sorgere al Mondo, e dilatarsi tanto, che soggioghi ogni cosa, e sottometta tutte le Nazioni alla sua servitù; da chi si dovrà riconoscere un benefizio tanto singolare? Certo non da altri, che dall’Arte, veramente regia della fortificazione. Questa difendendo le Provincie dall’incursioni straniere, e assicuran-


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