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che, o tocca, o pochissimo si discosta dal piano eretto, come più volte ho esperimentato con palle di piombo e di terra. Non è però vero, che la percossa estingua quell’impeto, che è nel mobile, di direzione equidistante alla parete, ma solo smorza quello, che vi è di perpendicolare alla parete; perchè questo nell’urtare trova la contrarietà sua, cioè che gli impedisce il suo viaggio, ma quell’altro no.

L’altre materie risaltanti, come palle di legno, palle piene di lana compressa, e più d’ogni altra il pallone, hanno questa proprietà (e la causa è nota abbastanza) che la loro superficie compressa per qualunque violenza, ha forza di ritornare al suo stato di prima, ed anco con maggiore, e minore impeto, secondo che sarà stata maggiore, o minore la forza, che avrà calcata là dentro quell’aria imprigionata. Cade il pallone da alto, e nel percuotere riceve una tale ammaccatura, che gli spiana una parte della sua superficie; quando stà così l’impeto che aveva della caduta, è estinto tutto, avendo contrastato con tutta la repugnanza, che aveva la superficie, all’essere spianata in questa guisa. Ma perchè l’aria inclusa compressa di prima, ed ora maggiormente ricompressa, vuol ritornare allo stato suo, spinge con gran forza nel pavimento, e fa come quel barcaiuolo che stando in barca spinge lo scoglio, e pur non cammina lo scoglio, ma la barca. A quell’urto furioso dell’aria inclusa, il pallone si solleva per tanto spazio quanto fu la cedenza, e torna al suo primo stato in tempo insensibile, cioè con gran prestezza, e però con impeto, il quale, quando è concepito, si conserva per qualche tempo, e fa il balzo. Che l’impeto impresso nella caduta non sia quello, che fa risaltare il pallone, ci è l’esperienza manifesta. Caschi il pallone dal tetto sgonfio, cioè con quant’aria può naturalmente capire, ovvero pieno di crusca, o di fieno, che al sicuro non ribalzerà, ma resterà tutto l’impeto estinto ancorche sia maggiore come quando era pieno d’aria.

Quel che fa l’aria nel pallone, l’opera la lane nelle palle, l’aria ne pori del legno, o cose simili, che io non sò. L’istesso seguirà quando sia scagliato il piombo, o la terra sulla superficie dell’istesso pallone, o sulla pelle del tamburo. Risalterà il projetto, non già perchè gli resti più parte alcuna dell’im-


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