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ACCADEMICHE. 17

peto della projezione; ma solo perchè in lui si genera impeto nuovo dalla forza della pelle, che volendo tornar con prestezza alla sua costituzione, lo rispinge da se, come fa la corda dell’arco nello scagliar la saetta.

Ma seguitando le obbiezioni; potrebbesi opporre, che fin ora abbiamo scusato, per così dire, la codardia della percossa, la quale avendo in se forza infinita, non fa poi effetti se non piccoli. Ma chi la difenderà quand’ella non faccia operazione di sorte alcuna? O questo si, che si nega assolutamente; anzi asserisco, che niuna sorta di percossa tanto debole si può mai ritrovare, che non faccia effetto in qualunque gagliardissimo resistente. E chi diminuisse anco mille volte più la forza di quella debolissima percossa, ed invigorisse mille volte più la durezza del solidissimo repugnante, in ogni modo un colpo solo di quella percossa farebbe effetto in questo fortissimo resistente. Segno manifesto (quando ciò sia vero) che la forza della percossa sia infinita. Confesso che nelle percosse debolissime, non si conoscerà l’effetto d’un colpo, ne di dieci, ne anche di cento; ma però col progresso del tempo si vedrà ben l’operazione di molti; indizio, ed argomento evidentissimo, che il primo colpo operò. La dimostrazione è chiara. Imperciocchè se il primo non avesse operato cosa alcuna, adunque il secondo colpo si potrebbe chiamare, e considerar per primo: essendo poi il secondo eguale di forza al primo, e ritrovando il resistente nella medesima disposizione per appunto, ne esso ancora opererà cosa alcuna. Così proveremmo che nè il millesimo, nè il milionesimo, potrebbe giammai operare, se non avesse operato anco il primo. Che poi li molti operino, parli questa volta per me l’ingegnosissimo Ovidio. Qual cosa, dice egli, è più dura de’ sassi, o men dura dell’acqua?

Dura tamen molli saxa cavantur aqua.
Il ferro non è egli materia durissima? Nulla dimeno.
Ferreus assiduo consumitur annulus usu.

Rammentatevi fra l’anticaglie di Roma, o le porte di Agrippa, o le statue del Vaticano. Si vedono pure benché di bronzo durissimo consumate dal solo accostamento delle mani del popolo curioso, e devoto. Io quanto a me credo poi, che molto maggiore effetto avrebbero fatto in quei metalli,


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