per la stessa definizione, per calcolare il
si devono esaminare i valori che
assume in punti distinti dal punto
.
Osservazione 4a. Se in un intorno di
la
riceve costantemente uno stesso valore
, evidentemente il
.
Osservazione 5a. La
si legge: il limite di
per
è
; oppure
tende al limite
, o anche tende a
per
, oppure per
la
tende a zero, diventa infinitesima, è infinitesima.
Sarà un utile esercizio del lettore illustrare le precedenti definizioni per gli esempi del § 31.
Osservazione 6a. Supponiamo che esista il
, e che, quando
, si abbia
oppure
.
Dovranno esistere dei valori di
tali che
e in particolare che
. Poichè ogni valore della
non è inferiore a
, sarà
; ma
è un numero piccolo a piacere. Dovrà dunque essere
.
Così pure, se per
è
, oppure
, è
.
Come si vede, le disuguaglianze precedenti relative alla
si conservano attenuate (mi sia lecita la frase) per un limite di
. Dico attenuate, perchè se, per esempio,
, dalla
posso non già dedurre che
, ma soltanto che
. Un fatto analogo ci è già noto (pagina 10) per i limiti superiore ed inferiore.
Osservazione 7a. Viceversa, se, per esempio,
, esiste per ogni
arbitrario un intorno
di
tale che in questo intorno
. Scelto
, sarà dunque in tale intorno
. Un risultato analogo si ottiene se
.
Dalla disuguaglianza
[oppure
] si deduce quindi una disuguaglianza
[oppure
] per i valori della
; la quale però (si noti) è valida non già per tutti i valori della
; ma soltanto per quei valori che la
riceve in un conveniente intorno del punto
Invece dalla
[oppure
] si ricava soltanto
[oppure
], se questi limiti esistono e sono finiti. Anche dalla
[oppure
] si ricava la stessa disuguaglianza.
B) Converremo di scrivere
se
.
Scelto ad arbitrio un numero
positivo, e, posto
, dovrà dunque esistere un intorno
di
tale che per tutti i