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teoremi fondamentali sulle derivate, ecc. 203

una distanza da un punto fisso della rete stessa) ed ha la velocità sempre nulla, sta fermo (perchè resta ad una distanza costante dal punto ). Ciò non è un'osservazione banale; essa è piuttosto un'osservazione che conferma l'accordo tra l'idea intuitiva di velocità e la definizione matematica da noi datane.

Se due funzioni hanno in ogni punto di un certo intervallo ugual derivata finita, esse differiscono in esso di una costante. La loro differenza ha infatti per derivata la differenza delle derivata che è nulla, ed è quindi costante (Cfr. § 74, γ).


§ 64 — Radici multiple di un'equazione.


Sia una radice dell'equazione algebrica, o non algebrica . Nei casi più comuni esiste una costante positiva tale che sia infinitesimo di ordine rispetto ad , ossia che, posto , la abbia per un limite, che indicheremo con , finito e diverso sa zero. In tal caso diremo che è una radice di ordine per l'equazione .

Se , la radice si dirà semplice; se è un intero positivo, la radice si dirà multipla.

Se , se e derivabili anche nel punto 1, dalla si deduce derivando che dove ha per un limite finito e diverso da zero. Quindi:

Nelle nostre ipotesi per la , ed è anche radice di ordine per la , sarà:

{{centrato|

(dove è un punto intermedio tra ed ).

Per ipotesi esiste il limite per del terzo membro (finito e diverso da zero). Altrettanto avverrà del primo; cioè avrà a come radice di ordine h.

  1. La vale per definizione per , e vale nel punto . L'ipotesi del testo è soddisfatta se p. es. è razionale, oppure è una serie di potenze.