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gli integrali definiti e le funzioni additive, ecc. 327

cui misura si prenderebbe negativa se ) e la cui ampiezza faremo poi tendere a zero1.

In uno di questi intervallini la avrà generalmente infiniti valori. Moltiplichiamo per uno di questi valori scelto ad arbitrio.

Il è integrale cercato.

Ecco invece come confronto le locuzioni a cui si è accennato più sopra.

Dividiamo l'intervallo in infiniti intervallini parziali infinitesimi (la cui misura si prenderà positiva, se, come supponiamo, ). In ciascuno di questi intervallini infinitesimi la si potrà considerare com costante. La somma degli infiniti prodotti ottenuti moltiplicando l'ampiezza di uno di questi intervalli per il corrispondente valore di l'integrale di da a .

Per dedurne che, se si considera come variabile, la derivata di questo integrale rispetto alla è proprio uguale a , si procede nel seguente modo, che noi considereremo al solito soltanto come una esposizione abbreviata. Si dia alla un incremento infinitesimo , che, per fissar le idee, supporremo positivo (come supponiamo positiva la differenza ). L'intervallo

è uguale alla somma degli intervallini e di ; perciò l'integrale relativo ad esso è uguale a [poichè in Fig. 37. la si può pensare conservi il valore costante ]. L'incremento ricevuto dal nostro integrale e così , e la sua derivata è quindi .                      c.d.d.

Per dimostrare poi, p. es., che l'area del rettangoloide (fig. 37) è uguale al solito integrale definito, si osservi che la divisione in infiniti intervallini infinitesimi definisce la divisione del nostro rettangoloide

  1. Con ciò s'intende che il più lungo degli intervallini parziali abbia una misura, che facciamo tendere a zero, variano il sistema i divisioni.