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funzioni additive generali e integrali multipli 335

) Diamo un'applicazione specialmente importante dell'ultima formola. I campi ed sieno addirittura sovrapposti; e noi conveniamo di considerarli distinti, perchè conveniamo di definire in modo differente la misura di un loro pezzo, secondo che questo pezzo è considerato come parte di di <math<I</math>, o come parte di . Se, p. es., è un corpo o una lamina pesante, come misura di un suo pezzo potremo assumere la sua misura geometrica (area o volume), come misura il suo peso.

Se, p. es., è quella funzione additiva di un suo pezzo , che è uguale al prodotto del peso del pezzo considerato per l'ascissa del suo centro di gravità, la derivata in un punto vale precisamente l'ascissa di tale punto (pag. 332), D'altra parte la derivata in è uguale alla densità in questo punto. Quindi, se noi consideriamo come funzione di , si ha:

; .

Quindi: L'ascissa del centro di gravità di un pezzo di vale il quoziente di , cioè di due funzioni additive la cui derivata vale rispettivamente e (se è la densità).

Esempio.

Sia una massa attraente con la legge di newton. Il potenziale dovuto a un suo pezzo in un punto esterno è quella funzione additiva di , la cui derivata in un punto di vale , se è la densità, la distanza .


§ 102. — Generalizzazione dei teoremi fondamentali
del calcolo integrale.

Sia un campo di una o più dimensioni. Sia una funzione continua delle coordinate di un suo punto. Con considerazioni analoghe a quelle dei §§ 96 e § 96bis (in cui si sostituisca alla considerazione dell'area di un rettangoloide quella del volume di un cilindroide, oppure quella del peso di un corpo o di una lamina pesante o un altro esempio di tipo analogo) si dimostra che:

I. Esiste una e una sola funzione additiva dei pezzi di , che ha per derivata la data funzione continua .