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352 capitolo xvii — § 108

Prima di dimostrare che , vogliamo fare alcune osservazioni:

Oss. Ia Si noti che non si passa dal primo al secondo o terzo membro di questa formola sostituendo a ed a i loro valori e ; come potrebbe sembrare a un lettore inesperto. In questo caso il che cmpare sotto il segno di integrazione e {{sc|non} i si possono trasformare come differenziali veri e proprii1.

Oss. IIa Si possono calcolare il secondo e terzo membro della nostra formola, senza neanche pensare al campo , in modo analogo a quello seguito nei §§ 103-105 per calcolare il 1° membro. Per es., si può calcolare così: SI consideri una linea (che è una retta uscente dall'origine). Su di essa la diventa funzione della sola ; si calcoli esteso al segmento, o ai segmenti che la nostra figura determina su tale linea. Tale integrale è una funzione di che i integra tra il minimo e il massimo valore di in .

(Si noti che le linee e hanno per immagine in le rette ed parallele agli assi coordinati).

Vogliamo ora dimostrare che . Consideriamo un pezzo di limitato da due parallele all'asse delle , e due parallele all'asse delle . Siano e i corrispondenti valori delle . Tale pezzo è un rettangolo, l a cui area .

L'immagine di questo pezzo sul piano è un quadrangolo limitato da due cerchi col centro nell'origine e raggi , e inoltre da due rette uscenti dall'origine formanti con l'asse delle rispettivamente gli angoli Y, Y+\Delta Y</math> e quindi formanti tra loro l'angolo . La corona circolare limitata dai citati due cerchi ha per area

;

l'area di sarà dunque data dalla proporzione:

  1. Si noti infatti che, se la prima integrazione si esegue, p. es., rispetto alla , si deve considerare la come costante; perciò: nel passare alle , si dovrebbe a sostituire il suo valore ottenuto nell'ipotesi che .