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68 capitolo v — § 19


Così per esempio, nel caso precedente tale valore sarebbe:

, oppure , oppure , eccetera.

Perchè tale definizione non sia contraddittoria in termini bisogna dimostrare che, da qualunque linea si parta, si giunge sempre allo stesso valore (che, per esempio, per il determinante (1) è di eccetera ...).

Poichè il teorema si verifica tosto per i determinanti del 2° ordine noi potremo dimostrarlo col metodo di induzione completa provando che, ammesso il teorema per i determinanti di ordine , e quindi anche per i complementi algebrici1 degli elementi di un determinante di ordine n, esso si dimostra valido anche per i determinanti di ordine . E così noi faremo. Per provare che, partendo da una linea qualunque, si giunge sempre allo stesso risultato, basterà provare che, partendo da una riga qualsiasi (per esempio la ) si giunge allo stesso risultato, come partendo da una colonna qualsiasi (per esempio la ). E, poichè il teorema è stato ammesso per i determinanti di ordine , noi, per calcolare i complementi di un elemento qualsiasi, potremo calcolarli partendo da una loro linea qualsiasi.

Se noi sviluppiamo, come abbiamo detto, il determinante iniziale prima secondo gli elementi della riga , poi secondo gli elementi della colonna , troviamo sue somme di prodotti (di un elemento per il suo complemento) che hanno un addendo comune: il prodotto dell’elemento in cui si incrociamo la riga e la colonna per il suo complemento . Basterà provare che i risultati ottenuti sopprimendo dalle due somma questo addendo comune, risultano uguali. Ogni addendo di è il prodotto di un elemento della riga per il suo complemento ; questo complemento si può, come abbiamo detto, calcolare partendo da una sua linea qualsiasi, per esempio da quella sua colonna, che in aveva il posto ; esso è uguale perciò alla somma dei prodotti ottenuti moltiplicando ogni elemento di questa sua colonna per il suo complemento di tale elemento in . Quindi si ottiene così: Si moltiplichi ogni elemento a della riga per ogni elemento b della colonna (distinti



  1. Ciò è evidente se si tratta del complemento di un elemento posto pari (il quale complemento è precisamente un determinante di ordine ). Se invece si tratta di un elemento di posto dispari, tale complemento è un determinante di ordine cambiato di segno; ma tale cambiamento di segno si ha, per definizione, anche nei complementi algebrici dei suoi elementi.