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E se proprio in quel punto i vostri compagni vi chiamano, v’implorano, per finir la partita cominciata, non gli ascoltate più, non intendete ragioni, non conoscete più nessuno: il tiranno della fame vi domina, vi opprime, vi costringe a mangiare. E siete talvolta sì affamati, che piangete d’ogni piccolo indugio.

E la sera a veglia, quando siete tutti riuniti, fratelli e sorelle, intorno a quella tavolona tonda, carica di stampe, di balocchi e di giornali, cominciate, a una cert’ora, a far delle piccole riverenze col capo: i vostri occhietti, prima sì ridenti, si appannano e diventano piccini: le vostre mani, pochi momenti avanti sì attive e battagliere, penzolano inerti dalla seggiola e lasciano cadere in terra la bambola o la pecorina. Il tiranno del sonno è giunto: e il sonno, come tutti gli altri tiranni, non soffre resistenza.

Addio balocchi, chicche, novelle e risate! Ecco i bambini bell’e addormentati: andate, ora, a proporre loro una partita di volano: raccontate loro la novella di Berlinda o offrite loro delle caramelle. Non vi odono più: non sono più padroni di fare quel che meglio piace loro! Il tiranno del sonno gli ha soggiogati.

È una cosa molto noiosa, non è vero, quella di venir sempre dominati dai nostri bisogni, e di