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Ma c’è da notare che la soda e la potassa mangiano il colore e la povera stoffa perderebbe, oltre all’unto, anche le sue tinte smaglianti: poi, dacchè quelle due sostanze sono anche corrosive, lacerano i tessuti e rovinano la pelle.

Dunque? Dunque si pensò di unire la soda ad altre sostanze che ne neutralizzassero gl’inconvenienti, senza alterarne i vantaggi: queste sostanze sono olio o grasso: e da un tal miscuglio ha avuto origine il sapone.

Per fabbricare il sapone, si versa in grandi caldaie una quantità di soda sciolta nell’acqua: vi si aggiunge del grasso di montone, di altri animali e anche dell’olio: occorre poi che il fuoco sia talmente vivo da raggiungere i 100 gradi, i quali producono l’ebullizione.

A poco a poco la soda e il grasso si uniscono, si fondono insieme e formano come uno strato galleggiante sull’acqua. Quando il miscuglio è fatto, si vuota la caldaia sopra una gran tavola ad alti orli: l’acqua scola e il miscuglio di soda e di grasso rimasto sulla tavola, si raffredda, si condensa e diventa quel sapone, di cui tutte le persone pulite apprezzano l’utilità.

Quello fabbricato con la potassa non indurisce e resta sempre come una pasta molle. È quello che comunemente si chiama sapone tenero.