Pagina:Lignite in Valgandino.djvu/17

Da Wikisource.

architetto ed agronomo 19
l’altezza di circa quattro metri, che riescono del peso all’atto dell’accatastamento di mille cinquecento pesi bergamaschi cadauna (circa quintali 120). Queste si tengono distanti fra di loro circa cent. 50 in modo che l’aria vi circoli possibilmente libera. Dapprima se ne consuma la cima che stagiona più facilmente, operazione che dicesi schiumatura, indi si ributtano i fondi che dopo uno o due mesi trovansi all’ordine.

La cava Botta prima del 1843 vendeva il suo combustibile verde in sito a cento dieci lire bergamasche per ogni mille pesi (circa una lira austriaca al quintale) e ne consumava per termine medio 400 mila pesi all’anno (32 mila quintali). Dacchè la società Biraghi aprì la sua cava, il prezzo venne portato a settantacinque lire bergamasche ogni mille pesi (circa cent. 70 al quintale), e nel primo anno il consumo si raddoppiò. Ridotto dappoi a sole lire 55 al % (cent. 50 al quintale), il consumo complessivo ammontò d’un tratto a quasi un milione e mezzo di pesi (120 mila quintali) fra ambedue le cave. Ma l’esperienza mostrò che si lavorava in perdita, per cui venne alzato il prezzo a lire 56 aust. al mille pesi (ªL. 0,70 al quint.), e la consumazione oscillando in diminuzione negli anni 1848-49, ora venne portata a quasi due milioni e mezzo di pesi (200 mila quintali). Stagionato, per aver riguardo alla perdita in peso di quasi il 38 per cento, alla spesa di condotta in magazzino, di accatastamento ec., ed alla perdita in frantumi, si vende a plateali lire 120 al mille (aust. L. 1,09 al quintale.)

Per aumentare lo smercio del combustibile tentammo nei primi tempi la cottura dei mattoni, e quei fornaciaj si valgono tuttavia volentieri dei frantumi non commerciabili per una preventiva essiccazione delle formelle; ma per la cottura antepongono ancora la fiamma viva della legna minuta. Tentammo pure la carbonizzazione col consueto mezzo della soffocazione a mucchi oblunghi e conici. Quantunque l’operazione siasi eseguita colla massima cura e colla sperabile riescita, e quantunque le esperienze siensi più volte ripetute con lignite a diversa stagionatura, e più o meno formata o matura, il prodotto risultò sempre a scheggie in piccoli pezzi,
con molta polvere e quindi difficilmente applicabile ed agli usi domestici perchè richiede griglie troppo fitte, ed alle fucine perchè viene disperso facilmente dal soffio del mantice. La sua potenza calorifera però supera quella del carbone di legna, e facilmente ammollisce il ferro e lo brucia se il fabbro non è abbastanza oculato di ritirarlo in tempo. Però col metodo della distillazione si ottiene un carbone abbastanza intero, ed io ne ho veduti dei saggi preparati colle storte del coke riesciti perfettamente. E certamente che ove una compagnia volesse approfittare dell’opportunità di queste cave per illuminare a gas la vicina città di Bergamo, potrebbe contare un bel reddito sulla conversione del lignite in buon carbone.

Completerò questi cenni con una succinta descrizione dei metodi geodetici adottati per tenere in evidenza i lavori ed il loro continuo progredimento in relazione alla superficie superiore delle campagne, tanto in riguardo al piano orizzontale che al piano verticale, importantissima ed essenziale precauzione onde utilizzare possibilmente dell’area utile ed evitare i pericoli d’incontrare le gallerie abbandonate, le quali riempionsi ordinariamente d’aqua che irruendo nelle nuove potrebbero portarvi dei gravissimi danni. Prima mia cura innanzi intraprendere i lavori sotterranei fu la esecuzione di un rilievo planimetrico possibilmente esatto nella scala di 1/1000 delle campagne superiori sotto delle quali si intendeva di lavorare, colla indicazione di tutte le divisioni di proprietà in quei luoghi straordinariamente sminuzzate. Tale rilievo suddiviso indi in riparti a norma degli scavi che si andavano ad intraprendere venne ridisegnato in doppia scala per riportarvi tutti gli andamenti sotterranei appoggiati all’ago magnetico, e corretti dacchè si posero in comunicazione due bocche, posciache allora non un punto solo ed una linea, che negli ordinarj istrumenti per la piccolezza del disco della bussola può essere alquanto incerta, ma due punti si avevano bene determinati ai quali basare la rete dei rilievi sotterranei.

L’istrumento adottato come il più spedito e di più facile uso è il grafometro con piatto suddiviso a mezzi gradi, munito di