Pagina:Liguria preistorica.djvu/36

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Nelle stazioni di data posteriore che non possono ascriversi al periodo quaternario, ma al recente, l'uomo fu accompagnato da prima da una fauna vertebrata prevalentemente costituita da animali selvatici, viventi ancora nel paese o solo recentemente scomparsi (orso bruno, lupo, cinghiale, cervo comune, daino, capriolo, capra, stambecco, camoscio, marmotta), cui si aggiunsero più tardi animali domestici analoghi o identici alle comuni varietà di cani, porci, pecore, capre, bovi. In tali stazioni succedono a quelli già ricordati i manufatti di tipo neolitico (accette o ascie di pietra levigata, punte di freccia e di lancia ad alette, finamente scheggiate, stoviglie ecc.); poi gli stessi oggetti sono associati a scarsi manufatti di bronzo (fase eneolitica), indi si trovano in gran prevalenza arnesi di bronzo e finalmente oggetti di ferro insieme ai bronzi, ciò, ben inteso, procedendo dalle stazioni antiche alle recenti.

Non fa d'uopo insistere sul fatto che parechie specie di mammiferi fossili sono comuni a due o più epoche ed anche al periodo quaternario e all’attuale.

Nell'apprezzare le condizioni della fauna convien tener conto non solo della latitudine del giacimento, alla quale sono subordinate fino ad un certo segno, come ognun sa, le condizioni climatologiche del passato e del presente, ma ancora degli altri fattori geografici e principalmente della configurazione verticale, della idrografia e della vegetazione del paese, ciò riferendosi alla data del giacimento stesso. Così, nell’apprezzare il significato della presenza o della mancanza di certe specie di vertebrati caratteristiche, fa d’uopo ricordare che l'Elephas antiquus, il Rhinoceros Mercki, le varie sorta di cervi furono animali di selva, che il Rhinoceros tichorhinus e il Rangifer tarandus prediìigevano la tundra o la steppa, che la saiga è esclusivamente antilope di steppa, che il camoscio e lo stambecco sono