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quinto cantare 179

50.
Mentre del fatto poi le dà contezza,
Con quella ambascia e lingua di frullone
Fa (perchè nulla mai si raccapezza)
Chi lo sente morir di passïone;
Ma quella, ch’a sentirlo è forse avvezza,
Lo ’ntende un po’ così per discrezione;
E qui finiscon le lezion di guerra,
Perch’ella non dà più nè in ciel nè in terra.
51.
Tutto in un tempo vedesi cambiare
L’amante ingelosita Martinazza;
Or ora è bianca, come il mio collare,
Or bigia, or gialla, or rossa, or paonazza;
Or più rossa del c... d’uno scolare
Dopoch’egli ha toccata una spogliazza1.
In somma ella ha sul viso più colori,
Che in bottega non han cento pittori.
52.
Rabbiosa il capo verso il ciel tentenna,
Quasi col piede il pavimento sfonda;
Or si gratta le chiappe, or la cotenna,
Or dice al messaggero che risponda,
Or lo richiama, mentr’egli è in Chiarenna2:
Grida, e minaccia, e par che si confonda;
Mille disegni entro al pensier racchiude,
I enne inne3, e nulla mai conchiude.

  1. St. 51. Spogliazza. Cavallo a calzoni calati. Uno scolare prendeva a cavalluccio il paziente spogliato dei calzoni, e il maestro gli dava sferzate nel sedere. Oggi spero che ad intendere questo passo ogni scolare abbia bisogno di questa nota. (Nota transclusa da pagina 234)
  2. St. 52. In chiarenna. Assai lontano. Modo di cui non si rende ragione; e ne ha il Boccaccio de’ più strani. (Nota transclusa da pagina 234)
  3. I enne inne. Così dice il bambino che cómpita. Serve ad esprimere il darsi gran moto irresolutamente e senza concluder nulla. (Nota transclusa da pagina 234)