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180 malmantile racquistato

53.
Il guardo al fine in terra avendo fiso,
’N un vasto mare ondeggia di pensieri,
E lagrime diluvia sopra il viso,
Grosse come sonagli1 da sparvieri,
Che lavandole il collo lordo e intriso,
Laghi formano in sen di pozzi neri2;
Al fin tornata in sè, colla gonnella
S’asciuga, e al messaggier così favella:
54.
Torna, e rispondi a questo scalzagatto,
Che si crede ingoiar colle parole,
Ch’io non so quel ch’ei dice; e s’egli è matto,
Non ci posso far altro, e me ne duole.
Poi, circa alla domanda ch’egli ha fatto:
Che gli darò Cupído, e ciò ch’e’ vuole,
Se colla spada in mano ovver coll’asta
Prima di guadagnarlo il cor gli basta.
55.
Però, se in questo mentre umor non varia,
Domani al far del dì facciami motto;
E s’io gli farò dar le gambe all’aria,
Quella sua landra3 ha da pagar lo scotto4;
Ma se la sorte, forse a me contraria,
Vuol ch’a me tocchi andar col capo rotto,
Prenda Cupído allor, ch’io gli prometto
Lasciarglielo segnato5 e benedetto.

  1. St. 53. Sonagli che si appiccicavano a’ piedi degli sparvieri allevati per la caccia (Nota transclusa da pagina 235)
  2. Pozzi neri o bottini chiamansi in Firenze i ricettacoli di tutte le schiferie. (Nota transclusa da pagina 235)
  3. St. 55. Landra Sgualdrina. (Nota transclusa da pagina 235)
  4. Scotto Qui, pena. (Nota transclusa da pagina 235)
  5. Segnato ecc. Liberamente e senza alcuna eccezione. (Nota transclusa da pagina 235)