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xv - canzoni a ballo 225

xxviii


     — Io son suta consigliata
da te in modo, madre mia,
ch’io non credo alcuna sia,
piú di me, lieta o beata.
     Ieri un giovane gentile
mi si offerse innanzi al viso
con un atto dolce e umíle.
Cominciommi a guatar fiso;
femmi un certo ghigno o riso,
che dicea, sanza dir nulla:
— Piú di me t’amo, fanciulla. —
Presto m’ebbe innamorata.
     Destramente per la mano
poi mi prese accortamente,
che nessun, presso o lontano,
non se ne avvide niente;
la mia man, che la sua sente,
presto quella strinse e prese,
fece in modo, che palese
non fu alcun della brigata.
     E’ mi messe un piè in sul mio,
sí che impolverò la cotta;
poi mi disse aver disio
di parlar meco a cert’otta,
soli al buio e non in frotta;
io da prima non lo intesi,
poi pe’ suoi cenni compresi,
e rimbeccai la ballata.


Lorenzo il Magnifico, Opere - ii. 15