Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/121

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un piccolo rumore intermittente, regolare come una refrazione tranquilla; sembrava indifferente, anzi quasi favorevole a quell’amore che si manifestava sotto il suo sguardo.

Aspettando la sera per vedersi, i giorni sembravano loro eterni e, la sera, quando al colpo delle dieci si lasciavano, provavano come uno scoraggiamento di vivere, perchè era tutto finito...

Bisognava sbrigarsi, per le carte, per tutto, altrimenti non sarebbero stati pronti ed avrebbero lasciato fuggire la felicità, e avrebbero dovuto aspettare fino all’autunno.

Essi erano degli innamorati diversi dagli altri, più gravi e più inquieti. Perchè il loro amore, che si svolgeva la sera in quel luogo triste, al rumore continuo del mare, con la febbre ansiosa pel tempo che volava, acquistava qualche cosa di lugubremente caratteristico.

Egli non le diceva quello che, per due anni, aveva avuto contro di lei, e quando la sera se ne andava, quel mistero la tormentava; però egli l’amava: di questo non poteva dubitare.

E’ vero che egli l’aveva sempre amata, ma non come ora: quell’amore aumentava nel suo cuore e nella sua testa come i marosi che salgono sempre fino ad inghiottire tutto. Non aveva mai conosciuto questa maniera di amare.

Di tanto in tanto, sul banco di pietra egli si allungava, quasi si stendeva con la testa sulle ginocchia di Gaud, così per vezzo, per farsi carezzare, ma poi si drizzava subito perchè gli sembrava una sconvenienza. Avrebbe voluto coricarsi per terra là ai suoi piedi e restare con la fronte appoggiata sul suo vestito. Tranne quel bacio di fratello che le dava appena giungeva e appena se ne andava, non aveva più il coraggio di abbracciarla. Egli l’adorava per quel non so che d’invisibile e di spirituale che era in lei, per il suono puro e tranquillo della sua