Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/64

Da Wikisource.

— 64 —

Agghiacciata allora, ella non trovò più niente di quello, che aveva preparato per dirgli: non aveva previsto quell'affronto.

— La nostra casa vi fa paura, signor Yann? — domandò.

Egli distoglieva gli occhi da lei, guardando fuori. Le sue guance erano diventate rosse, il sangue gli bruciava il viso e le sue narici mobili si dilatavano ad ogni respirazione, seguendo il movimento del petto solido e grosso, come quello dei tori.

Ella cercò di continuare:

— La sera del ballo, quando fummo insieme, mi avete detto «arrivederci» come non si dice ad una donna, che ci è indifferente....

— Signor Yann, voi siete dunque senza memoria.... che cosa vi ho fatto?....... Il cattivo vento di ovest che imperversava, venendo dalla strada, agitava i capelli di Yann, le ali della cuffia di Gaud, e fece battere furiosamente una porta dietro di loro. Si stava male in quel corridoio per parlare di cose gravi.

Dopo le prime frasi, strozzate nella sua gola, Gaud restò muta, senza voltare la testa, e senza alcun’idea. Essi si erano avvicinati alla porta di strada. Al di fuori il vento soffiava con grande strepito ed il cielo era nero. Da quella porta aperta, un chiarore livido e triste cadeva sulle loro fisonomie. Ed una vicina dirimpetto li guardava.

Che cosa potevano dire quei due, in un corridoio, con un’aria così turbata? che cosa accadeva dunque dai Mevel?

— No — signorina Gaud — rispose infine Yann — Già ho inteso parlare di noi nel paese.... Voi siete ricca, non siamo persone della stessa classe...

Io non sono di quelli che implorano.

E la lasciò sola, quasi fuggendo.

Tutto era finito, dunque per sempre. Ed ella non aveva