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la lotta dei colossi 245


lontà ferma, la volontà di passare, la decisione di non conoscere ostacoli. Sono comparse ovunque, come per incanto, ad ogni altitudine, attraverso regioni impenetrabili ancora chiuse al traffico umano come all’inizio dei tempi. Solide, incancellabili, queste arterie della nostra forza scavalcano ponti di pietra, si appoggiano a muraglie massicce, e sul sasso appena tagliato si vedono scolpiti simboli di armi, frasi lapidarie di ricordo, date, numeri di reggimenti, che narreranno al più lontano avvenire questa magnifica storia che noi viviamo, come quei cippi che ai margini delle strade romane le legioni creatrici piantavano.

Davanti a queste opere gigantesche che sorgono da una settimana all’altra, ci si ricorda stupiti che un male dell’Italia è la deficienza di strade, che delle belle province nostre si spopolano, che delle ubertose regioni nostre agonizzano, perchè isolate dal mondo. Cinquanta anni di pace non hanno dato alla Calabria, alla Basilicata, alla Sicilia, le strade che un mese di guerra apre nelle più impervie regioni del mondo. Ci accorgiamo ora di quello che la disciplina può fare di noi. Avevamo bisogno di un’unione e di un comando.

Le nuove strade ci permettono uno spostamento di grosse artiglierie, quale gli austriaci si erano da molti anni assicurato con una viabilità aggressiva che arretava tutte le nostre frontiere. I cannoni più potenti, che parevano