Pagina:Luigi Barzini - Al fronte (maggio-ottobre 1915).djvu/12

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viii prefazione


una alle azioni enunciate nei bollettini. Il lavoro dei corrispondenti ha finito per essere un ampio commentario della parola laconica e calma del notiziario dello stato maggiore.

Questa constatazione può sembrare superflua, se non presuntuosa. Il Paese conosce quali uomini reggono il destino delle sue armi, e in tale conoscenza riposa. Per noi, grazie a Dio, le virtù militari non possono apparire disgiunte da virtù civili; siamo fatti all’antica, e la fede nostra in un condottiero è fede nella sua parola; la lealtà è nell’anima guerriera quello che la dirittura del taglio è nella spada. Sentiamo la verità intera nella calma, laconica, semplice e chiara dicitura dei bollettini. Anche per portare una nuova testimonianza, raccolta dai corrispondenti di tutti i giornali d’Italia, sarebbe quasi insolente insistere sulla fredda e precisa sincerità dei comunicati che portano la firma di Cadorna.

Abbiamo voluto accennarvi solo perchè, tornando dalla fronte, dove tutto è fede e tutto è forza, strane voci si odono sussurrare nell’ombra, lontano da ogni fervore di lotta, lontano dai luoghi dove si vede e dove si crede, da gente che alla Patria non dà che la sua maldicenza. Arrivando di là si sente con indignante