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114 le cerimonie


a metter in sicuro il desinare;

perch’oggi appunto fa otto giorni ch’io
per un simil contrasto restai senza,
avendo ritrovato, quando andai,
che l’altro servidore avea fra tanto
fatto netto. È un diluvio colui! Giá
tornerò a tempo benissimo.
Aurelia.   Taci
lá, ignorantaccio. Non ritardi piú,
signora; vede ben, la casa è mia.
Antea.   Ma qui ci sono altri riguardi e militano
altre ragioni piú forti.
Aurelia.   Sarebbe
una mia incompetenza.
Antea.   Anzi una mia
tracotanza.
Aurelia.   Sarei ripresa, come
donna incivilizabiie.
Ante a.   Sarei
burlata qual persona incorreggibile.
Aurelia.   Per fin no’l farò certo, mai.
Ante a.   Non voglio
tenerla dunque ancora qui a disagio;
anderò per mostrar la mia ubbidienzia.
Aurelia.   Anzi perché cosí vuole ogni regola,
ed io, com’è dover, verrò servendola.

SCENA III

Orazio, Camilla e Vispo.

Orazio.   Ma nelle cose che altamente premono

non si manca d’industria, quinci è
che ho pur saputo cogliere il momento
per riverirla.
Camilla.   Io la prego lasciarmi,