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142 le cerimonie


Ed io son sí balordo che per la

novitá e stravaganza delle cose
che dicono, mi lascio portar via
e mi trattengo. Ma al primo che mi
vorrá fermare, caccerò la spada
nei fianchi e marcerò.

SCENA XI

Bruno, detto.

Bruno.   Signor Orazio,

signor Orazio.
Orazio.   Che c’è?
Bruno.   Il signor padre
l’aspetta giá da un pezzo e grida.
Orazio.   O misero
me! Ma io ho posto un ordine per
le ventiquattro, né posso preterire.
Bruno.   Non è piú a tempo, s’era a le venquattro
è giá un’ora di notte e sa ben quanto
premono quelle lettere; la posta
parte fra poco.
Orazio.   O ciel, videsi mai
disgrazia piú fatale de la mia!
(Segue ballo in riverenze di varie maniere.