Pagina:Maffei, Scipione – Opere drammatiche e poesie varie, 1928 – BEIC 1866557.djvu/250

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Licori.   Acquisti ciò ch’è tuo

e ciò che d’altri esser non volle mai.
Ma oimé questa impensata
nostra immensa allegrezza
troppo vien compensata
da mortale amarezza.
Che sará mai di tutti noi? Ricusa
il corsaro crudel ogni partito.
< Xs.mino. Prima però ch’io porga
di nuovo a’ lacci il piede, io certo penso,
penso far pruova almen di ciò che possa
un’alma disperata.
Licori.   Empia fortuna,
tu mi rendesti adesso
l’amato mio pastore
per farmi un’altra volta ancor sentire
di perderlo il dolore.
Amor mio, la cruda sorte
mi ti rende per mia morte,
e non giá per sua pietá.
Se tu ancor sei fra catene,
or le tue con le mie pene
il mio cor pianger dovrá.

SCENA V

Osmino.

Che nuova scena è questa? P2 che ricorda

costei d’antichi amori?
Che di traci favella? Io non comprendo,
e qualche error per certo
la sua mente confonde;
ma con ninfa si bella
per non perder favor, con ogni cura
scaltro seconderò tanta ventura.