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274 poesie varie


     Anzi fra tanti armati regni ei solo,
seco fortuna per lo crin traendo,
segnò d’orme di gloria il franco suolo.
     E gran parte di lei ch’io qui difendo,
sappi che un di per lui serva non fia,
onde i torbidi giorni io lieto attendo. —
     Mentr’io del prence alato i detti udia,
qual uom cui tema e riverenza affrena
che ascolta e tace, benché dir vorria,
     la voce spinta i’ riteneva a pena;
e al fin proruppi: — Ahi che l’Ausonia altronde
non ha piú grave, aspra cagion di pena!
     Tanto valor ch’ogni pensier confonde
che giova, se con lui mancar si scorge?
che giova mai, se ’n altri noi trasfonde?
     Forse il pianeta che gli eroi ne porge,
tanto di sua virtude in lui consunse
che disperando ad altra opra non sorge?
     Quei che parti si ratto e tardo giunse,
qual chi bramato don ne mostra e toglie,
quanti sospiri al vecchio duolo aggiunse? —
     Ma ’l d ivin nunzio allor — Quel che s’accoglie
in te dolor, se tu mi siegui, io penso
che pria d’uscir da queste eccelse soglie
     oppresso fia per man di gaudio immenso. —
Ei precedette ed io Forme seguiva
piú lieto in vista e piú nel core accenso,
     ch’ogni pensier la dolce speme avviva.