Pagina:Maffei - Consiglio politico finora inedito presentato al governo veneto, 1797.pdf/67

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come il partecipar della Repubblica faceva, che ciascheduno sua vera Patria stimasse Roma, e l’amasse assai più della nativa.

Ogni uomo infatti a quel tempo non una sola, ma due Patrie aveva; la Città ov’era nato, e Roma ov’era ricevuto ed aggregato. Però diceva Spurio Cassio de’ Latini: che dopo essere stata lor conceduta la Cittadinanza, chiamavano lor Patria Roma: e disse Cicerone, ove tratta delle Leggi, che Catone due Patrie ebbe, Tuscolo e Roma; e che tutti gli altri di Città ammesse ed aggregate parimenti le avevano: Una per natura, l’altra per Cittadinanza. Ma delle due ecco che amavano gli uomini assai più la seconda che la prima, più l’acquistata che la naturale; poichè erano pronti a rinunciare i proprj costumi, per trasformarsi del tutto in Romani. Traspira continuamente negli Scrittori antichi, di varie parti dell’Impero nativi, così fatta impressione, perchè tu gli osserverai sempre parlar di Roma e della Repubblica, come di loro Patria, e come di propria Casa; e chiamar gli annali di Roma, le sue guerre, le sue Leggi, i suoi primi Cittadini: Leggi nostre, nostri annali, nostre guerre, avi nostri. Nè dobbiamo punto maravigliarsi, che l’esser ammessi agli onori tramutasse gli uomini in Romani più che na-