Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/197

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libro quinto 167

dovea goder preminenza sopra degli altri. Frequente sopra tutti era il sacerdozio degli Augustali. Fu introdotto dopo la morte d’Augusto, ed in onor suo: ma l’adulazione lo fece desiderare, e assumer da tanti, che formaron costoro quasi un ordine nelle città, mezzano fra i Decurioni e la plebe, come gli Equiti in Roma. Si trovano però in più lapide, insieme co’ Decurioni e con la plebe. Sei si eleggean tra questi, che fosser capi degli altri, e quasi il Magistrato di tal corpo, e si dicean Seviri, de’ quali le lapide in ogni parte abbondano. In una delle poco fa accennate fanno l’onore al Patrono i Seviri Augustali e la Plebe urbana (v. Ins. XVII); e nella solennità del dedicar la pietra, cioè di collocarla, l’onorato fa distribuire pane e vino a quelli ed a questa, e parimente a ciascun de’ Sei tre denari, e due a coloro che rappresentavan la plebe. Conseguivasi tal grado anche da’ liberti, come mostra tra’ nostri Numitorio Asclepiade (v. Ins. XXII) che di professione fu medico, o sia chirurgo per li mali degli occhi. Ma in altro marmo inosservato ne’passati tempi, e posto ora insieme di varj pezzi, onorifica memoria si vede fatta a Veronia Trofima sua madre, cui dice Santissima, sacerdotessa di Cibele, da Veronio Carpo Seviro, il quale si dà titolo, secondo che da noi la breviatura s’interpreta, in questi termini non più veduto, cioè di Maggior Claudialis (v. Ins. XXIII. CL.MAI): dubbioso rimanendo se uno si deputasse per presedere agli altri, o se venisse il maggiorato dall’età, o dall’anzianità. In altra iscrizione si trova Sacerdote Primo