Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/200

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dell’istoria di verona 170

l’esser Veronesi, si daranno altrove, essendosi creduto bene di separare e metter da se l'Istoria letteraria, o sia la notizia degli Scrittori nostri. Il nome di Carino (e. Ins. XXVI) da Corinto medico, che abbiamo in Greco e in lapida di marmo Greco, benché di forma Romana, mostra come tal professione era in ogni parte assai esercitata da’ Greci. Per rilevar con certezza l’essere e lo stato di questa città non Cenomana in tempo d’Augusto e di Tiberio, basta leggere il principe de’ Geografi Greci Strabone. Ove tratta della parte d’Italia di qua dal Po, metropoli degl’Insubri, dice ch’era stata Milano, e ch’era tuttavia ancora città insigne: segue, che poco lontana era Verona, gran città ancor essa; e che minori di queste due erano Brescia, e Mantova, e Reggio, e Como (lib. 5: νῦν δ᾽ ἀξιόλογον πόλιν Βήρων, καὶ αὕτη πόλις μεγάλη ἐλάττους δὲ τούτων Βρηξία ec.). Qui avvertì il Cluverio (Ital. p. 326) error essere nel penultimo nome, e doversi legger Bergamo in vece di Reggio. Ei non citò a suo favor manuscritti; ma con tutto ciò l'emendazione è indubitata, non avendo qui che far Reggio ch’è di là dal Po, ed accoppiando Strabone con le due grandi quattro piccole ad esse circostanti, cioè Como e Bergamo a Milano, Brescia e Mantova a Verona. Non si potrebbe veramente desiderare più bel testimonio della grandezza e splendore di questa città ne’ primi tempi degl’Imperadori, quanto il vederla posta in paraggio con Milano, che fu sempre così famosa e così potente città; e ciò per Autore di que’ tempi,