Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/235

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libro sesto 205

qui la sepoltura della Famiglia che in tutta la Region Traspadana risedeva la Vigesima delle Libertà (v. Ins. XXXIV: Familiae XX lib.). Il monumento è fatto dall’Arcario, cioè dal cassiere, col suo denaro. Tra le gravezze de’ Romani antichissima era la Vigesima; non già quella delle eredità e de’ legali, che fu introdotta da Augusto per la cassa militare, come in Dione (lib. 55), ma quella sopra le manumissioni, imposta con legge di Manlio console fin nell’anno rii Roma 397, come in Livio si legge (lib. 7). Intendevasi la vigesima parte del prezzo che pagavano i servi, o altri per loro, a’ padroni per esser fatti liberi: mille denari dicea colui, per cagion d’esempio, presso Petronio Arbitro (cap. 57), essergli costata la libertà della sua Contubernale. Il ritratto da questa imposta si conservava con somma gelosia per gli estremi casi, come l’istesso Storico altrove accenna (Liv. l. 37). Ora appar dalla nostra lapida, come l’ufizio di coloro i quali da tutta l’Italia, rispetto a’ Romani, traspadana, esigevano e custodivano tal danaro, facea particolar residenza in Verona, avendoci il proprio sepolcro. Col nome di Famiglia vengono i servi impiegati in tal esazione. Congettura può trarsene che il Questore ancora di tutta l’Italia traspadana qui più che altrove uso fosse di dimorare. Opportuno era il sito per sì fatta incombenza, come nel mezzo di tutto il tratto dall’Alpi Cozie all’Illirico; ed è credibile che ci contribuisse ancora l’esser gran città e doviziosa. Ch’essa in fatti si andasse mantenendo nello stato in cui Strabone