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Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/241

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libro sesto 211

none e Minerva, avendo a tutti e tre fatto voto Tarquinio Prisco nella guerra co’ Sabini: Numi Capitolini eran però detti, e ad essi unitamente scrisse il Fabretti (pag. 696), raro essere che iscrizioni si veggano, ma una ne abbiam noi quasi per testimonio del Campidoglio nostro (v. Ins. XXXI). Che nobilmente fosse anch’esso adornato, indica la menzione della sopranominata statua: di statua ch’era nel Campidoglio di Benevento, fa menzione il libro degl’illustri Grammatici. Ne’ muri che qua e là sul detto colle rimangono, si vede l’alto molto uso dell’opera reticolala, usatissima a’ tempi di Vitruvio, e molto da lui lodata (l'. 2. c. 8).

Della quantità dei Tempj che fu in questa città e nel distretto, fa fede il gran numero d’iscrizioni votive a varie Deità consecrate, che a dispetto di tanto disperdimento vi s’è pur ancor rinvenuto, e nel Museo raccolto. Desiderabil sarebbe che non fosse miseramente tronco d’ogni parte un gran frammento di pietra, ch’era stato in fabrica usato, i primi versi del quale in grandissime e bellissime lettere mostrano che di Tempio ci si parlava dedicato a Roma e ad Augusto: ci si mentovano Concittadini Romani, e la voce ci si ha di Concives (v. Ins. XXXVI), che finora si è credula di basso secolo e di men buona Latinità. Ma della sontuosità di molti edifizj fanno indubitata pruova i grandissimi capitelli, e gli avanzi di fregi e di colonne di Greco e d’Africano, e i frammenti di granito e di serpentino, e i pezzi smisurati di porfido, di verde, e d’altri marmi