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216 dell’istoria di verona

tassero il nome (Dio. lib. 60). Amplissimo fonte era questo ancora: un’intera legione di Galli transalpini da lui levata fece Cesare a un tratto cittadin Romani (Svet. Ces. c. 24 )· Ottanta mila di tal condizione fece ammazzar Mitridate nelle città d’Asia (Val. Max. lib. 9, c. 2). Ma prendeano ancora talvolta il nome di chi solamente fosse stato mezzo a conseguir tal grado. Cicerone di Demetrio Mega Siciliano: Dolabella gli impetrò la cittadinanza da Cesare, per lo che ora chiamasi Publio Cornelio. Anzi, che arbitrariamente si assumesser talvolta, non pochi passi fanno credere, e che a imitazion de’ Romani di nuovo si formassero ancora. Nè si creda bastare ufizj e dignità, spezialmente municipali, per far fede di sangue illustre, e molto meno attributi fastosi, o titoli, de’ quali i libertini appunto andavano più degli altri in traccia, come oggi ancora sì fatte vanità da chi meno è, veggiamo cercarsi più. Molte volte ancora onorifiche memorie a personaggi distinti, benchè non di tal patria, fur poste, o per esser Protettori delle città, o de’ collegj, ovvero per benefizj conferiti (Gr. 450, 1). È stala publicata tra le nostre un’iscrizion di Petronio Probo Console ordinario e Prefetto del Pretorio, della quale, come non esistente, e come riferita con più errori, non facciam caso; ma che colui fosse perciò Veronese dedurre non si potrebbe. Così dicasi di Delfio Protettor nostro altrove mentovato, che fu in Asia Governatore. Tutto questo ragionamento dee servire a moderar l’opinione intorno alla condizion di coloro che veggiam nelle nostre la-