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254 dell’istoria di verona

nante con la Venezia, rende probabile che a lui debbansi veramente riferir le medaglie, e non a quel Giuliano che in tempo di Diocleziano volle altresì farsi Imperadore [V. Tav. 1, num. 1].

L’anonimo Panegirista di Costantino in riguardo alla costui uccisione chiamo Verona macchiata di sangue civile (cap. 8: civili sanguine maculata Verona), donde apparisce ch’ei non lo considerò per Tiranno, nè d’infausta memoria. È osservabile che le sue monete non sono di cattiva e barbara maniera, come quelle de’ Tiranni, ma di buon lavoro, e niente inferiori alle imperatorie migliori di que’ tempi. Da costui è credibile riportasse il nome quel Foro di Giuliano, che abbiam toccato altrove essere stato ne’ nostri monti.

Essendo Imperadori Diocleziano e Massimiano, due leggi segnate del lor nome troviam nel Codice di Giustiniano che furon date in Verona (Com. de succ. I. a. Ad l. Jul. de vi pu. l. 3 ). Esser Massimiano stato in questa città più volle, indicano anche i Panegiristi, dove toccano l’espedizioni sue nella Rezia, e nella Germania alla Rezia prossima. Il verno del 290 e 291 fu passato dall’uno e l’altro Imperadore in Milano la maggior parte, venuto un dalla Gallia, un dalla Pannonia. Per la frequenza del transito e del soggiorno in que’ tempi degl’Imperadori, palazzo a lor destinato era in Milano cd in Aquileia, di che negli antichi Panegirici si fa menzione: è assai credibile che per l’istessa ragione anche in Verona pur fosse.