Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/285

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libro settimo 255


L’anno 292 furon dagl’Imperadori fatti Cesari Costanzo Cloro e Galerio Massimiano (Vict. Epit. Caesares creavit. De Mort. Per. c. 18 ). Quest’ultimo nell’anno 304, prima di portarsi in Nicomedia a persuader Diocleziano di ceder l’Imperio, per prepararvi l’animo di Massimiano il vecchio, venne a Milano. Nel passar per Verona, ordinò che si ergesse una Porta, qual nella fretta con cui abbiam veduto, eransi poco avanti lubricate le mura, o dovea essersi tralasciata, o esser rimasa imperfetta. Ricavasi questa bella notizia da un’insigne e non più osservata medaglia d’argento che tien la testa di Massimiano Cesare nel diritto, e un recinto di mura con torri e con porta in mezzo nel riverso, e con quattro figure sagrificanti, il qual tipo con iscrizioni diverse e in Diocleziano e in Massimiano e in Costanzo e in Galerio s’incontra: ma singolare si rende la nostra per le parole: Verona. Nuova porta, come da noi s’interpreta, secondo il rito fabricata (nprite cond) [V. Tav. I, num. 2].

Questa medaglia, conservata ora nel nostro Studio per grazia d’un amico cui piacque di privarne il suo, è di sincerità indubitata, essendosene poco fa scoperta un’altra nel famoso Museo Capello in Venezia, dove da cinquant’anni in qua, in tanta copia non più avvertita, si custodiva. L’ispezione dell’una e l’altra scioglie e sventa ogni difficoltà. Chi credesse non poter più in oggi dar fuori medaglia nuova, mostrerebbe di non aver impiegato nella ricerca delle medaglie gran tempo.

Vera cosa è che le città d’Italia nell’alto