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di Toscana, e così dell’altre regioni tutte ne’ Scrittori e ne’ monumenti del quarto secolo spesso s’incontrano. Tal nuovo sistema ci viene unicamente rappresentato nel prezioso documento intitolato Notizia delle dignità dell’Imperio. Ricavasi da questo, come da più provincie, amministrate ognuna dal suo Rettore, si formaron Diocesi. Alle Diocesi soprastavan Vicarj; ed i Vicarj erano immediatamente subordinati ad uno de’ Prefetti del Pretorio. Questi Prefetti, tra quali si ripartiva la suprema cura di tutto l’Imperio, fur quattro; e l’un di essi ebbe sotto di se l’Italia e l’Africa. L’Italia fu divisa in due Diocesi, l’una della di Roma da dieci provincie composta, l’altra detta d’Italia, che comprendea l’altro sette: l’una e l’altra col suo Vicario. Alla Diocesi d’Italia restò assegnata la Venezia nostra. Ma siccome nell’accennato libro della Notizia, che dal Pancirolo, suo primo e dottissimo illustratore, fu giudicato de’ tempi di Teodosio il giovane, nulla si ha di quando tal ordine di governo e spezialmente in Italia fosse introdotto, resta ora questo, facendoci prima alquanto indietro, da investigare.

Novità in Italia, come da Sparziano s’impara, cominciò già a introdurre Adriano, quando costituì quattro Consolari Giudici per l’Italia tutta (per omnem Italiani Judices, ec.) Credibil cosa è ch’ei volesse sollevare i popoli delle lontane parti dal disturbo che recar dovea il passare a Roma per alcune cause più gravi e per alcune appellazioni. Fu in tal carica sotto di lui Antonino, che poi gli succe-