Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/55

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libro primo 25

fatta. Quanti gran nomi si ristettero già in poco sito! Per testimonio dell’Alicarnasseo (lib. 1), Enea e i Troiani in un colle ottenuto dagli Aborigini si allogarono per quaranta stadii di terreno all’intorno: fu un tratto di settecento iugeri, cioè campi, per autorità di Catone citato da Servio. In quanto spazio erano Marsi, Vestini, Marrucini, Peligni, Equi, Sabini, Gabii, Arunci, Osci, Volsci, quasi tutti nell’Istoria rinomati per guerre? Li più di questi o ebbero una sola città, o veramente niuna, essendo Comunanze da più terre o borghi composte. De’ Romani quanto parlano le Storie ne’ primi tre secoli? e pure correa già il quarto, ch’aspra guerra aveano ancora co’ Vej, la cui città era a venti miglia da Roma, come presso Livio (lib. 5) rimproverava Appio Claudio. Ma parliam de’ Galli. Otto genti Galliche annovera Polibio, allogate nell’istesso tempo in quel piano ch’ora è Lombardia e parte di Piemonte; e pure n’era occupata una porzione da’ Liguri, e dichiara lo Storico (lib. 2) come quelle otto erano le principali, onde più altre minori ve n’erano: veggasi da ciò se ninna di esse occupar potea gran paese. Osserviamo la maggior di tutte, cioè gl’Insubri (Pol. ὀ μέγιστον αὐτῶν). Como appare che non fu di essi, poiché Marcello degl’Insubri e de’ Comaschi trionfò come di due genti (Liv. l. 33); Bergamo insegna Plinio che fu degli Orobii; Novara fu da Catone detta de’ Liguri, da Plinio de’ Vertacomari; Ticino da genti Ligustiche fu edificato secondo Plinio, e che da esse fosse tenuto, conferma Livio (lib. 5); la Storia Miscella