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mento in molti quadretti e anche miracoli di S. Zenone. Alla crocifissione si veggono di parte e d’altra il Sole e la Luna, per dinotar l’oscurazione che patirono, e sono in figura d’uomo e di donna, continuando gli artefici ancora l’uso antico preso da Gentili. D’assai miglior maniera Bonanno da Pisa lavorò nel 1186 le imposte di bronzo figurate al Tempio di Monreale presso Palermo. Subito dentro a man dritta vedesi gran vaso di pietra ottangolato, che servì già per uso de’ battesimi, col piccol recipiente in mezo a tre nicchie. Passando per piccol uscio si entra ove da pochi anni in qua con buona mente, ma con pessimo gusto, levata dal suo antico sito, ch’era un punto d’erudizione, è stata in angusta stanza rinserrata una bellissima vasca di porfido detta da noi la Coppa, attaccando alla Basilica le nuove muraglie. Pochi pezzi di porfido si veggono d’ugual grandezza, crescendo questo rotondo e grosso e ben incavato vaso d’otto piedi Veronesi di diametro. Il piedestallo è pure un altro gran pezzo di porfido. Lasciando le favole popolari, già che ogni paese ha le sue, questa gran conca stava lateralmente nella piazza ch’è innanzi la Basilica secondo l’uso antico1. Di tal uso scuopresi nell’Esodo (XXX, 18) la prima origine, dove comanda il Signore di collocare avanti il tabernacolo un gran vaso di bronzo, perchè si lavassero mani e piedi i Sacerdoti prima d’entrarvi. Così Salomone fece per uso del Tempio vasca rotonda, che per l’am-

  1. Vedi Clerc in 3 Reg. p. 384.