Pagina:Maffei - Verona illustrata IV, 1826.djvu/61

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notizie generali 55

qui la seta, rispetto a quello che ne potrebbe trarre con farne uso. Qual danno rechi l’uscir delle sete greze, come noi usiam dire, cioè roze, può rilevarsi prima, perchè le operazioni che vanno fatte intorno alla seta prima che sia ridotta a potersi porre in opera ed in telaio, non importan meno di cinque lire di spesa intorno a ogni libra, con che per ogni cento mila libre di seta ch’esca non lavorata, mezo milion di lire perde la città, che si spanderebbero nel minuto popolo, cioè in que pochi che fanno ricchi i ricchi, mentre consumano quelle grasce, quali per altro nulla monta di ricavare in copia da suoi terreni: nè dee temersi danno dall’abbondanza, perchè non avviene ne’ prodotti di commerzio come in quei di consumo. Se si racchiude in una città più vino o grano di quel che al suo popolo si richiegga, avvilisce tale spezie per certo; ma non è così in quelle che si hanno da spacciar fuori, e il prezzo delle quali dipende dall’esterne commissioni. Gioverebbe non poco il supplicare alle nostre sete lavorate l’esenzioni concedute già alle più fine, che qui si dicono orsoio; e parimente il procurare che partissero di qua anche tinte, come già soleano, rimettendo in credito tal arte, il degradamento della quale non già all’acque, che son le stesse di cinquant’anni fa, ma vuol imputarsi alla fraude in qualche tempo usata, e alla negligenza. Compimento e perfezion del tutto, e prima necessità in fatto di commerzio, sarà sempre l’onestà e la fede, e la sincerità e la discretezza de’ negozianti tanto verso i suoi proprj, quanto verso gli stra