Pagina:Maffei - Verona illustrata IV, 1826.djvu/80

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74 capo secondo

come pare appunto nel riguardar questi avanzi, di veder le mura d’Atene fatte in tempo di Temistocle, delle quali scrisse Tucidide (lib. 2) ch’essendosi lavorate in fretta, vi si erano adoperate le pietre quali si presentavano, e postevi dentro colonne e marmi lavorati; anzi scrive Cornelio Nepote (in Themist.), ch’eran fatte di Tempietti e di monumenti. All’istesso modo si riconosce qui ancora ne gli avanzi che ne restano, come vi furono impiegati non solamente sassi e mattoni, ma pezzi di colonne e di bassi rilevi, e quantità di pietre grandi e lavorate, state prima in altri edifizj, e postevi alla rinfusa, ora per dritto, ora per traverso. L’altezza di queste mura, e la grossezza d’oltre a tre braccia, terribili rendevale e magnifiche insieme.

I pezzi maggiori, che ne siano visibili ancora, sono presso alla Corte del Farina, ov’anche porta è in esse, ma posteriormente fatta, e non della prima costruzione. Un vestigio ne rimane nel cortile di casa Carli, che basta a mostrar la continuazion della linea: proseguivano costeggiando l’Arena fin presso la strada che vien dalla Bra, e va verso i Leoni. Quinci faceano angolo, e voltavano a sinistra, come insegna l’avanzo ch’è nella seconda casa dopo quel canto. Due gran pezzi se ne veggono in casa Turca, nel cortile e nel giardino; quinci in casa Vilmercati; poi nel secondo cortile di casa Sagramosa, e finalmente l’ultimo in casa Maffei da i Leoni, dove la Cappella domestica è tutta incavata nella grossezza dell’antico muro. Mostra la direzion di esso, come proseguiva