Pagina:Maffei - Verona illustrata IV, 1826.djvu/89

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antichità romane 83

in alto, l’argomento da un passo di Plauto (Bac. 4, 7, 17). Sarà chiesto perchè mai fossero qui due simili coppie di porte, una addossata all’altra. Par credibile, ch’essendo la più antica mal ridotta, o volendosi al Palagio publico fare un più sontuoso prospetto, e più ornato, e più durevole, senza atterrar l’anteriore, altra facciata ci si costruisse dinanzi; vedendosi in fatti nel di dentro alcune pietre della seconda, che arrivano ad unirsi con la prima, e quasi a serrarla, e a collegarsi con essa.


Arco de’ Gavii.


Presso al Castel vecchio troverà il forastiero parte dello scheletro d’un Arco celebratissimo parimente dagli Architetti. Serlio ne parlò a lungo, e lo disse d’opera Composita e molto ornata, e ne diede misure e parti con molta distinzione e diligenza. Daniel Barbaro lo disse d’opera Corintia sommamente lodata. Il Serlio tornò a parlarne nel libro quarto, e ne disegnò il capitello delle colonne, e quello delle pilastrate dell’Arco per esemplare dell’ordine Composito: dal Barbaro fu detto Corintio per la ragione da noi poco fa accennata, e perchè tali ne sono le proporzioni. Il fiorame delle pilastrate, ch’è molto ben condotto, fu rapresentato dal Saraina. Bellissimo chiamò quest’Arco il Palladio e non esser di Vitruvio, come alcuni credeano, ma di tempi ancor migliori [cioè alquanto posteriori], scrisse lo Scamozio.

Questo è veramente Arco, perchè ha un’a-