Pagina:Maineri - L'adolescenza, Milano, 1876.djvu/42

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losofia e delle lettere hanno sempre esistito, e — quel che è più — hanno sempre vinto. Le scuole si sono succedute, e il trionfo delle nuove forme ammantatrici del vero, più o men rapido, è stato sempre sicuro, perchè naturale.

Il progresso è continuo come la creazione: ma, badate, continuo; perchè anch’esso, come la natura, non fa sbalzi. Interrogate un po’ quei magnanimi, non dico gli arfasatti, ma quei veri magnanimi che scrivono per l’avvenire colla certezza che l’avvenire li ascolterà, e che vanno per sentieri intentati, sdegnosi d’ogni vecchia disciplina e quasi immemori d’ogni antico precetto? Interrogateli un po’ che cosa hanno fatto prima d’ora? Se non hanno studiato assai quei modelli che rigettarono? Gli è che a loro, menti privilegiate, apparvero nuovi orizzonti, a loro fu dato un acume singolare, e miser la prora, come Colombo, per vie che altri credeva chiuse: per loro, come per Colombo, il non plus ultra non fu scritto. Ma per voi, giovinetti, non può essere cosi: voi non potete correre queste vie impensate, perchè non si può supporre in voi la forza di seguirle, come nei primi esploratori di esse non trovasi ancora l’autorità che vi affiderebbe ragionevolmente.

Voi siete tratti, lasciate velo dire in confidenza, siete tratti a queste novità dalla vaghezza giovanile in prima e un cotal poco dalla pigrizia. Perciò non pochi tra voi si addicono alla nuova maniera senza saperne precisamente la ragione, ed affettano di possedere un gusto e un criterio artistico e letterario senza aver fatto nulla di quanto è indispensabile per aquistarlo. Non pochi dividono gratuitamente la noncuranza e il disprezzo per una scuola che non conoscono; molti