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il toscano. Non sarebbe stata fatica buttata il tradurre alcuni modi toscani di cui mi son servito, appunto per dimostrare questa parentela, come la chiama il mio compatriotta Prof. V. Di Giovanni; ma me no sono astenuto per ora.
Ardisco offerirlo alla S. V., uno degl’illustri cultori della pura favella, per dimostrare la grande affezione che lo studio della lingua a lei mi lega.
Spero che lo vorrà accettare, e benignamente compatire, per servirmi d’incitamenio al nobile studio, cui porto grandissimo affetto
Rosolini, Gennajo 1873.
Dev. ed um servo |