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A


DELFINA DE MORO


esimia prima donna



SONETTO



Chi vuol veder quantunque può Natura,
     Arte, Genio sublime, e Maestria,
     Venga e s’accerti se del ciel la via
     4Schiude il tuo dolce canto, e l’assicura.

DELFINA, il nome tuo dall’onda oscura
     De’ secoli, giammai tinto non fia;
     Di tal mistico fiume d’armonia
     8Unqua non vegga il sol l’ingrata arsura.

Atene intanto sovra il marmo Pario
     Scolpisca il nome tuo, gentil donzella,
     11Come ogni Greco l’ha scolpito in petto!

Oh! avessi mille lingue e stil sì vario,
     Da sublimare i pregi onde t’abbella,
     14Decima Musa, d’un Iddio l’affetto.

                                                Atene, 1856