Pagina:MarinellaDellaNobiltàEtDell'EccellenzaDelleDonneEt.djvu/29

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Fù anche di questa openione Celio Magno Segretario della Serenissima Signoria di Vinegia in un suo sonetto.

Non creò Dio bellezza; acciochè spento
Sia'l fuoco in noi, che per lei desta amore,

Et in una Canzone lodando le bellezze dell'amata donna, et in particolar degli occhi dice.

Son gli altri vostri honori
Miracol di natura
Questo par che da Dio proprio discenda

Così etiandio disse Remigio Fiorentino ne' suoi sonetti in questo modo.

Donna l'imagin son di quel sereno,
Di quel bel, di quel vago, e quel divino,
Che sol s'infonde in noi per sua bontade

Questo dimostra ancor Bernardo Rota dicendo.

 Se de l'occhio del Ciel l'alma gran luce
Quale al rio, tale di buon giova, e risplende,
Donna gentil, s'in voi sola riluce
Tutto il bel, che in se Dio vede, e possiede.

Et il Guarino nel suo Pastor Fido dice.

O donna,ò don del Cielo,
Anzi pur di colui,
Che'l tuo leggiadro velo
Fè d'ambo creator più bel di lui.

In somma non è scrittor Platonico, ò Poeta; che non affermi che da Dio dipendi la beltà, cosa che mostra il Petrarca, che incomincia. Poi che per mio destino, con queste parole.

Poi che Dio, e natura, O amor volse
Locar compitamente ogni virtute
In quei bei lumi, ond'io gioioso vivo.