Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/191

Da Wikisource.

fianchi; poi, traendo di fra le pieghe del suo manto di nebbia una cetra d’argento, cantò la canzone del Rimorso e dell’Antico Dolore!...

Alkamah immerge il capo in una grande giarra piena di vino puro, e beve copiosamente. Nel silenzio non s’ode che il gorgogliare del liquido nella sua larga bocca.

PAPPONE

ubbriaco fradicio:

Càntaci, pellegrino, la canzone del Rimorso!

ALKAMAH

estrae dalle profondità della sua tonaca un’esile cetra d’oro, della quale tocca lievemente le corde.

Era roseo il tuo figliuolo... Più roseo
e profumato d’un sole primaverile
assopito tra i fiori...
Le sue morbide braccia dalla pelle di seta
s’avvolgevano al tuo vecchio collo rugoso
come due serpi famigliari su un groviglio di corde!
Il suo sangue colava carezzevolmente, con delizia,
sul tuo pugnale e le tue mani adunche,
che cercavan nella piccola gola
l’inafferrabile filo!
Il suo sangue colava carezzevolmente, con delizia,
più fresco e liscio d’un ventre di lucertola,
sulle tue mani adunche
forate per sempre da due ustioni di lava...

FAMONE.

Ohè! Pellegrino di malaugurio!.... Non avrai, spero, l’infelice idea di voler fare delle allusioni al nostro banchetto!

ALKAMAH.

Dio e Satana me ne scàmpino!... La vostra