Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/511

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99.Ha lo stromento suo ciascuna Musa,
ed a ciascun stromento in ogni parte
l’onda canora in cavo piombo chiusa
per molte canne l’anima comparte.
Strangolata gorgoglia, indi diffusa
volge machine e rote ordite ad arte,
e con tenor di melodia mentita
de la man, de la bocca il suono imita.

100.Sta sotto l’ombra de la cava pietra
che sottogiace al volator Pegaso
il bel Signor de la cornuta cetra,
il gran Rettor di Pindo e di Parnaso.
In testa il lauro, al fianco ha la faretra,
e versa l’acqua in piú capace vaso:
l’acqua, che d’alto vien lucida e tersa,
per l’armonico plettro in giú riversa.

101.Intorno al labro spazioso e grande
de la conca che copre il Re di Deio,
s’intesse il fonte da tutte le bande
di traslucido argento un sottil velo,
e ’n tal guisa il suo giro allarga e spande
che vien quasi a formar coppa di gelo,
in guisa tal, ch’a chi per ber s’appressa
tazza insieme e bevanda è l’acqua istessa.

102.Par che quel chiaro velo innargentato,
che di liquidi stami ordí Natura,
abbia l’Arte tessuto e lavorato
per guardar da la polve onda sí pura;
o sia per asciugar forse filato
l’acqua, che ’n sostener quella scultura
le Dee del tempo e de l’oblio nemiche
stillan, quasi sudor de le fatiche.